La banca dati sul collocamento mirato diventa operativa

Continua il processo di riforma nel panorama legislativo italiano in materia di disabilità, in questo caso con un’attenzione specificamente rivolta all’ambito delle assunzioni.

A seguito dell’approvazione del ddl delega sulla disabilità, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ha firmato il decreto attuativo che rende finalmente operativa la banca dati sul collocamento mirato.

Questa banca dati, il cui scopo è essenzialmente la razionalizzazione della raccolta dati per semplificare e migliorare il collocamento mirato, è stata introdotta dall’art. 8 del D. Lgs. 151/2015 (che modificava la precedente legge n. 68 del 12 marzo 1999 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”).

I contenuti del decreto in breve

La banca dati raccoglie una vasta gamma di informazioni concernenti i datori di lavoro e i lavoratori con disabilità. L’interazione di questi dati permetterà di individuare in modo più rapido ed efficace i lavorati affetti da disabilità che sono idonei a ricoprire determinate posizioni lavorative.

Tra le informazioni che le aziende sono tenute a comunicare rientrano tutti gli adeguamenti adottati per l’assunzione di persone con disabilità e le informazioni relative ai dipendenti già impiegati (in particolare i dati anagrafici e i dati relativi al rapporto contrattuale in essere), nonché le “schede di valutazione” delle capacità, delle competenze e delle inclinazioni dei lavoratori disabili impiegati.

Il decreto definisce inoltre l’obbligo per le aziende con almeno 15 dipendenti di assumere un disabile, e prevede anche una serie di eccezioni che sollevano l’azienda da tale obbligo (cc.dd. cause di sospensione o di esonero).

Infine, bisogna evidenziare che il successo di questa banca dati è strettamente connesso alla collaborazione e interconnessione con le banche dati dell’INAIL (per i dati sul reinserimento e l’integrazione lavorativa dei disabili) e dell’INPS (per gli incentivi alle assunzioni) in primis, ma anche con altre tipologie di banche dati quali, a titolo esemplificativo, quelle regionali e provinciali (per le informazioni sugli incentivi e sulle agevolazioni esistenti), e quella dei percettori di misure a sostegno del reddito.

 

Il nuovo Assegno Unico (Auuf) e le agevolazioni per figli con disabilità

Il 23 dicembre 2021 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il D. Lgs. che attua l’Assegno unico e universale per ogni figlio a carico (Auuf), così come previsto dalla legge delega n. 46 del 21 aprile 2021.

Questa nuova misura entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2022, e fornirà un aiuto economico mensile ai nuclei familiari con figli a carico dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni di età.

Come presentare la richiesta

Le famiglie potranno beneficiare di questo nuovo assegno solo a seguito di presentazione di apposita domanda. Tale domanda, che potrà essere presentata a partire dal 1° gennaio 2022 presso l’INPS o presso gli istituti di patronato, dovrà essere corredata da certificazione ISEE.

Nel caso in cui non venga allegata la certificazione ISEE, l’INPS provvederà a erogare comunque l’assegno ma con un valore pari all’importo minimo previsto dalla legge.

I nuclei familiari che già usufruiscono del reddito di cittadinanza, non saranno tenuti a presentare domanda in quanto l’INPS corrisponderà l’assegno d’ufficio.

Gli assegni inizieranno a essere erogati a partire dal 1° marzo 2022 per un totale di 12 mensilità; infatti, la richiesta per usufruire dell’Auuf deve essere rinnovata di anno in anno.

Auuf e figli con disabilità

Il D. Lgs. attuativo prevede delle misure specifiche a favore delle famiglie con figli affetti da disabilità. In particolare, sono previste maggiorazioni sugli importi in base all’età e alla tipologia di disabilità; inoltre, l’assegno viene garantito indipendentemente dall’età del figlio affetto da disabilità.

Come calcolare l’importo?

L’assegno percepito è determinato da una serie di parametri, primo fra tutti l’ISEE del nucleo familiare. È previsto un assegno di €175 al mese per ogni figlio minorenne a carico (€85 per ogni figlio fino ai 21 anni di età) per i nuclei familiari con ISEE fino a 15mila euro. L’importo dell’assegno si riduce in proporzione all’ISEE, secondo quanto stabilito all’interno della tabella ministeriale.

All’importo base, possono poi aggiungersi le maggiorazioni (es. madre al di sotto dei 21 anni, famiglie numerose, ecc.) tra cui quelle mirate alle famiglie con figli disabili a carico. Nello specifico, sono previsti:

  • €105 per ciascun figlio minorenne non autosufficiente;
  • €95 per ciascun figlio minorenne con disabilità grave;
  • €85 per ciascun figlio minorenne con disabilità media;
  • €80 per ciascun figlio tra i 18 e i 21 anni di età;
  • €85 per ciascun figlio di età pari o superiore ai 21 anni; in questo caso, l’importo però diminuisce con l’aumentare del reddito.
Ddl delega sulla disabilita arriva l’approvazione definitiva

Ddl delega sulla disabilità: arriva l’approvazione definitiva

Il 20 dicembre è stato fatto un importante passo avanti in materia di disabilità, con l’approvazione in Senato del ddl delega sulla disabilità. Un’approvazione unanime con 206 voti favorevoli e nessun voto contrario, che ha seguito la scia del via libera precedentemente dato dalla Camera in data 9 dicembre.

La Legge delega sarà la cornice normativa in cui inquadrare un nuovo approccio che abbia al centro la persona con disabilità e tutti gli aspetti della sua vita, le relazioni, i desideri, le ambizioni, la quotidianità.  […] L’Italia fa un passo importante verso una società veramente inclusiva grazie ad un’innovazione strutturale che è un segnale di attenzione importante anche guardando al futuro: è un risultato di tutti, un risultato del Paese”. Queste le parole di soddisfazione e orgoglio espresse in una nota dalla Ministra per le Disabilità Erika Stefani.

Il ddl in breve

Che cos’è?

È un disegno di legge che delega al governo il compito di adottare uno o più decreti aventi lo scopo di rivedere e riformare le disposizioni attualmente vigenti in Italia in materia di disabilità. Tali riforme devono essere portate a termine entro i 20 mesi dall’entrata in vigore del ddl stesso.

Come nasce?

Il ddl nasce per dare attuazione a una delle riforme (riforma 1.1) previste dal PNRR in materia di Inclusione e Coesione con focus sulla c.d. Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”.

Rappresenta dunque la risposta alle richieste avanzate dalla Commissione Europea, che chiedevano all’Italia l’adozione e l’entrata in vigore entro il 31 dicembre di quest’anno di una normativa sulla disabilità.

Cosa prevede?

Tre sono le principali aree di intervento previste dal ddl:

  1. Ridefinizione delle condizioni di disabilità con conseguente modifica e semplificazione della normativa in materia;
  2. Riforma e unificazione del processo valutativo volto ad accertare le varie forme di disabilità e una conseguente aggiornamento del processo di valutazione dei requisiti necessari per avere diritto a forme di agevolazione (fiscali e non);
  3. Istituzione del Garante nazionale della disabilità, un organo con natura indipendente e collegiale con lo scopo di promuovere i diritti delle persone con disabilità, raccogliendo segnalazioni vertenti discriminazioni e abusi nei confronti di queste persone.

Linee guida

Le misure adottate seguiranno delle linee guida molto precise, tracciate all’interno di normative sovranazionali quali la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (ONU – 2009), la Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 (Commissione Europea – 2021), e la Risoluzione sulla protezione delle persone con disabilità (Parlamento Europeo – 2021).

Giornata-internazionale-delle-persone-con-disabilità-successi-e-obiettivi-futuri

Giornata internazionale delle persone con disabilità: successi e obiettivi futuri

Il 3 dicembre si è celebrata la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità: un’occasione di incontri, convegni e celebrazioni in tutta Italia, ma anche momento di profonda riflessione su quanto sia ancora lungo il percorso per l’inclusione e la parità di condizioni.

3 Dicembre: Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

Negli ultimi anni, l’Italia ha messo in campo una serie di riforme che hanno lo scopo di “promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità”, così come sancito dall’art. 1 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006.

L’obiettivo dunque è uno: abbattere qualsiasi barriera che, fisicamente o mentalmente, continui a rappresentare un ostacolo per la vita delle persone con disabilità. Questo è il messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto diffondere con forza in occasione di questa giornata. Inclusione è e deve essere la parola chiave; solo una società pienamente inclusiva, che attribuisce il giusto valore alle diversità può considerarsi “autenticamente democratica, aperta e senza ostacoli”, ha ribadito il Presidente.

Abbattere qualsiasi barriera che rappresenti un ostacolo per la vita delle persone con disabilità.

Ma la buona volontà e l’impegno continuo sono solo il primo passo di questo lungo e difficile processo. Se da un lato si può affermare con orgoglio che sono stati raggiunti importanti traguardi, dall’altro è doveroso sottolineare che tutto questo non sarebbe stato possibile senza il prezioso contributo delle famiglie che, ancora oggi, ricoprono una posizione in prima linea nella cura e nel contrasto al rischio di esclusione sociale, svolgendo il ruolo di “ammortizzatori”.

Basti pensare che oltre il 70% delle persone con disabilità vive all’interno di un nucleo familiare i cui componenti si fanno carico dell’assistenza; secondo i dati ISTAT, infatti, il 27.4% delle persone con disabilità vive con un coniuge, il 16.2% con il coniuge e i figli, il 7.4% con i figli, il 9% con uno o entrambi i genitori, e l’11% circa con altre tipologie di familiari.

Purtroppo, queste famiglie coraggiose e forti non possano usufruire (nella maggior parte dei casi) di forme adeguate di aiuto, sia esso di carattere sociale o economico. Il loro reddito annuo equivalente medio (comprensivo quindi dei trasferimenti da parte dello Stato) è inferiore del 7,8% rispetto al reddito medio nazionale. Sono quindi costrette a ricorrere a reti di aiuti “informali”, al fine di far fronte alle nuove e continue sfide che si trovano costretti ad affrontare, nelle scuole, nel mondo del lavoro, andando a fare le spese, o semplicemente muovendosi in giro per la propria città.

È dunque chiaro che questa giornata di celebrazioni debba essere sì un’occasione per gioire di tutti i successi ottenuti e i positivi traguardi raggiunti, senza però che l’obiettivo della giornata medesima passi in secondo piano; riprendendo le parole di Sergio Mattarella, bisogna continuare a lavorare per “superare limiti e diffidenze [consentendo] alle persone con disabilità di vedere nel nostro Paese un esempio di altruismo e appartenenza”.

Contributo mensile genitori figli disabili

Bonus mensile per genitori di figli disabili

Contributo mensile genitori con figli disabili: che cosa prevede il nuovo decreto

Lo scorso 30 novembre, in Gazzetta Ufficiale n.285, è stato pubblicato il Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali rivolto a genitori di figli disabili. Nella fattispecie, tale decreto detta i “Criteri per l’individuazione dei destinatari e modalità di presentazione delle domande del contributo mensile […]”. Esso è rivolto ai genitori disoccupati o monoreddito con figli disabili a carico.

Il bonus riconosciuto per genitori monoreddito o disoccupati con figli disabili a carico

Dallo scorso 30 novembre è attivo il bonus previsto dall’art.1, comma 365, legge 30 dicembre 2020, n. 178, come modificato dalla legge del 21 maggio 2021, n.69.

Il contributo prevede la misura massima di 500 euro netti, non cumulabile con il reddito di cittadinanza. Erogato dal prossimo gennaio e corrisposto per l’intero anno, il bonus varia a seconda delle situazioni.

Infatti, se il figlio disabile a carico è uno, il contributo sarà di 150 euro; se i figli disabili a carico sono due, sarà di 300 euro, mentre qualora siano più di due, sarà di 500 euro. In caso di risorse insufficienti (lo stanziamento prevede 5.000.000,00 euro), la priorità verrà data ai redditi Isee più bassi. A parità di reddito, il bonus verrà assegnato a chi ha figli minori non autosufficienti, poi si passerà ai nuclei con figli disabili gravi e -infine- a quelli con disabilità media.

Ora, per genitore disoccupato si intende la persona senza occupazione o con reddito annuo: dipendente inferiore a 8.145; autonomo inferiore a 4.800 euro. Mentre, per genitore monoreddito s’intende chi ricava il proprio reddito esclusivamente dall’attività lavorativa o pensionistica.

Ora, andando ad analizzare la definizione di “nuclei familiari monoparentali”, si tratta di quelli in cui è presente solo un genitore, anche con più figli disabili a carico. Invece, per figli disabili a carico s’intendono quelli con disabilità non inferiore al 60% e non percepiscono redditi:

  • Fino ai 24 anni d’età, superiori a 4.000;
  • Maggiori di 24 anni, superiori a 2.840,51.

Come presentare domanda e requisiti di ammissione

La domanda per il bonus deve essere presentata all’Inps in modalità telematica seguendo le istruzioni rese note dall’Inps. Inoltre, alla richiesta, il genitore richiedente deve allegare la propria dichiarazione dei redditi. A questo punto, prima dell’erogazione al genitore, l’Inps deve verificare il possesso dei requisiti seguenti:

  • Residenza in Italia;
  • Isee non superiore a 3.00 euro;
  • Essere disoccupato o monoreddito e far parte di nucleo familiare monoparentale;
  • Appartenere ad un nucleo familiare in cui siano presenti figli a carico con disabilità riconosciuta non inferiore al 60%.

Quando la misura è sospesa o decade

Il contributo mensile si perde quando: viene a mancare uno dei requisiti sopra elencati; in caso di decesso; in caso di decadenza della responsabilità genitoriale e affidamento del figlio a terzi. Infatti, qualora il genitore non provveda a comunicare immediatamente all’Inps il verificarsi di uno di questi eventi, la misura viene istantaneamente revocata. Infine, si incorre nella sua sospensione, quando il genitore comunica all’Istituto il ricovero temporaneo del figlio presso istituti per lungo degenze o strutture residenziali pubbliche.

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Allestimento per disabili su veicolo elettrico GECO

Oggi vi vogliamo presentare questo veicolo elettrico è costruito dal nostro cliente ESAGONO ENERGIA di Milano.

E’ un piccolo veicolo destinato ai centri storici, zone pedonali e tutte le situazioni in cui può circolare solo un mezzo di ridotte dimensioni e non inquinante.
In particolare il veicolo in questione ha guida a destra ed è destinato al mercato irlandese.

Scopri altri allestimenti di veicoli per disabili che abbiamo realizzato!

Noi di Bottan Carlo & C ci siamo occupati di trasformare questo veicolo elettrico GECO in un veicolo adatto al trasporto di persone con disabilità.

Per far questo è stato installato un sollevatore doppio braccio Autolift e creato un alloggiamento per il trasporto di carrozzine.
Guarda questo video per vedere il veicolo e l’allestimento che abbiamo realizzato 👇

Istruzione domiciliare per gli alunni disabili

Istruzione domiciliare per gli alunni disabili

Ma la bozza del decreto preoccupa le docenti, famiglie e associazioni: “No a ghetti”

Anziché andare in classe, gli insegnanti di sostegno potranno insegnare direttamente a casa dell’alunno disabile. Per ora è solo un’ipotesi, ma il provvedimento che è sulla scrivania del Ministro dell’Istruzione ha già sollevato un mare di perplessità.

Così, sul tavolo dell’Osservatorio sulle disabilità, la Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’handicap) ha chiesto di poter presentare degli emendamenti per mettere una pezza al documento.

Alunni disabili e istruzione domiciliare: i dubbi delle famiglie e degli insegnanti di sostegno

Anche se il Decreto sulla scrivania del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è ancora soltanto una bozza, i genitori sono perplessi. In effetti, il timore maggiore è che questa novità possa andare in senso contrario all’inclusione. Il motivo di tali perplessità risiede nel fatto che il documento prevede che le scuole possano individuare azioni mirate per alunni particolari.

Nello specifico, si parla della possibilità data alle scuole, in collaborazione con enti locali, Asl e uffici scolastici regionali di individuare azioni mirate per alunni che non sono in grado di frequentare l’aula per un periodo superiore a trenta giorni di lezione, anche se non continuativi. Quindi, saranno il consiglio di classe o il team dei docenti a elaborare il progetto di istruzione domiciliare.

Tuttavia, è un’iniziativa che non trova affatto il plauso corale di chi dei disabili se ne prende cura. Infatti, se, da un lato, di istruzione domiciliare i ragazzi con la 104 hanno sicuramente bisogno -almeno in parte- dall’altro, il tiro va certamente calibrato. Il rischio è di ghettizzare i disabili. Inoltre, il fatto che il Decreto non specifichi quante ore al giorno debbano essere di istruzione domiciliare, non permette di capire se si tratti di un provvedimento in favore dell’alunno o del docente.

Allora, Evelina Chiocca afferma che “non è possibile che un decreto imponga il servizio presso il domicilio di un alunno, senza che prima sia stato modificato il contratto di lavoro”. Per altro, così facendo si “rafforza il fenomeno della delega, sottraendo gli altri docenti della classe alla corresponsabilità del progetto inclusivo”. Poi, entrare in una casa non è come entrare in classe: serve una formazione specifica.

Chiudiamo, citando Ernesto Ciriaci, presidente del Movimento insegnanti di sostegno specializzati: “Dal punto di vista pedagogico e dell’inclusione è una strada pericolosa. Il docente di sostegno è contitolare alla classe: come la mettiamo dal punto di vista normativo? Abbiamo lottato per tenere i disabili in presenza: qualsiasi sia l’invalidità è fondamentale l’abbraccio di un alunno”

Giovanni Pagotto ed il sogno delle paralimpiadi Parigi 2024

Continua il nostro giro di interviste dedicate al mondo della disabilità. Oggi abbiamo il piacere di parlare con Giovanni Pagotto (qui la sua pagina Facebook), un giovane veneziano dai modi gentili e parole ponderate. Di lui si sa poco: il web -abbastanza stranamente- quasi non fornisce informazioni a suo carico. Partiamo da ciò che sappiamo: un incidente l’ha costretto alla sedia a rotelle.

Ciao Giovanni, come stai? Ti va di raccontarci qualcosa di te, del tuo percorso?

Si, allora… a fine settembre 2016 ho subìto un incidente sullo scooter… non ricordo bene la data, anzi, in realtà non ricordo molto dell’episodio in generale perché ho fatto un mese di coma farmacologico. So che hanno fatto inversione ad “U” durante un sorpasso…ed io ero lì.

E ti hanno preso…

Già, proprio dove adesso vedi i paletti di rallentamento, ecco, che poi quei paletti ci sono grazie a me [RIDE] Lì, mi hanno preso, e dopo quel mese di coma mi sono risvegliato con una lesione al midollo spinale. In realtà avevo anche una lesione bilaterale ai plessi, che però essendo periferica, fortunatamente si è ripresa con il tempo. Ah, senza contare le numerose fratture, il trauma cranico e quello pneumotoracico [RIDE]

E poi…

E poi è iniziato il mio tour degli ospedali: Mestre, Udine, Vicenza e poi la terapia a Villa Margherita. Il tutto è durato più o meno 15 mesi, fino a quando mi sono stabilizzato. Poi, la fisioterapia: a Fisiosport Terraglio , dove tra l’altro hanno fatto il grosso del lavoro di riabilitazione vera, e moltissima terapia occupazionale a domicilio per farmi ridiventare autonomo al 100%…in maniera intensiva la fisioterapia (tutti i giorni inizialmente, poi a scalare) per circa un anno un anno e mezzo dopo le dimissioni dall’ospedale. Attualmente, comunque, mantengo l’allenamento attraverso l’esercizio quotidiano per la handbike .

Siamo passati da un letto di ospedale ad una disciplina sportiva!?

Eh già [RIDE] Dal 2018 mi alleno con l’handbike. Ora, il mio prossimo obbiettivo è la partecipazione alle paralimpiadi di Parigi del 2024. Per la quale è necessario superare le qualificazioni, che sono un importante pass-partout.

Mi sembra di capire che ti muovi molto, sia fisicamente che geograficamente…

Esattamente [Sorride] e per questo, devo sottolinearlo, l’adattamento della macchina è uno dei punti fondamentali per la mia autonomia riguadagnata. I tecnici di Bottan Carlo & C mi hanno allestito una macchina al 100% funzionale per tutti i miei spostamenti quotidiani con velocità e comodità, che mi rende possibile trasportare la handbike in autonomia per le gare. Il tutto con un’attenzione eccezionale alla personalizzazione e un’assistenza impeccabile nel post-vendita.

Ma l’handbike non è la tua unica attività… anche dal punto di vista lavorativo…

No, in realtà da quasi due anni lavoro per la BEI, la Banca Europea degli Investimenti

La BEI… quindi, sen non erro, una realtà oltre confine…?

Si, in realtà già prima dell’incidente ho studiato molto fuori: Danimarca, Russia e Turchia soprattutto. Recentemente, sono approvato in Lussemburgo. Pensa che prima della pandemia vivevo e lavoravo lì; adesso, temporaneamente lavoro da remoto, con una dispensa eccezionale per facilitarmi la vita in regime di smartworking in questi tempi strani. Altrimenti, sarei obbligato a risiedere nel raggio di 50km dalla Banca.

Perché sei più comodo?

Beh, in realtà vivevo da solo lì e vivo da solo anche qui. Però, essere a casa è diverso.

Vivi da solo…

Si, avevo comprato caso già prima di trovare lavoro alla BEI, poi quando ho iniziato il lavoro lì, ho cercato una soluzione che andasse bene a me, e -dopo un lungo cercare- l’ho trovata. Diciamo che mi arrangio, anche se magari preferisco farmi aiutare per le faccende domestiche, non perché non riesca ma perché mi porterebbero via veramente molto tempo. Sai, quando vivi come me, il tempo si dilata e nel tempo in cui prima facevo dieci cose, adesso ne faccio due…

E vivere e lavorare in Lussemburgo, per un ragazzo diversamente abile, com’è?

Dunque, è necessario distinguere il Lussemburgo dalla BEI. Infatti, la Banca Europea degli Investimenti è una realtà sovranazionale, perciò non vive i limiti delle leggi o regolamenti dei singoli stati. Allo stesso modo, non subisce nemmeno ripercussioni dal punto di vista culturale. Pensa che anche solo l’assunzione alla BEI procede per application, quindi è un processo di selezione standard, non c’è nessuna stigmatizzazione. Infatti, la candidatura di persone con disabilità è assolutamente non discriminatoria e anzi incoraggiata, con un crescente e forte impegno istituzionale a tal proposito. Poi, anche dal punto di vista pratico, la struttura della BEI è alla portata di un disabile.

E per quanto riguarda il Lussemburgo?

Beh, la vita in Lussemburgo, ti parlo dal punto di vista della disabilità, è pressoché equivalente all’Italia, con un’ottima accessibilità in luoghi pubblici e trasporti, ma alcune criticità nei luoghi privati (per esempio bar, ristoranti, locali). Poi, anche l’attività di ricerca della casa è stata lunga, nonostante l’ottima assistenza dalle risorse umane della Banca.

Fai talmente tante cose che parrebbe superfluo specificare il tuo ruolo all’interno della Banca Europea degli Investimenti…

Beh, io sono praticamente l’ultimo arrivato. Faccio Risk Management. Però sono contento, è una bella realtà.

Giovanni, la nostra intervista è terminata. Prima di salutarti, vorrei ringraziarti per il tuo messaggio di speranza ed esempio di tenacia. La tua è una storia che merita di essere raccontata, perché non è solo la storia di chi ce l’ha fatta; è la storia di chi ce la fa, ogni giorno, gettando il cuore oltre l’ostacolo.

Grazie a te, è stato un piacere.

Disability Card: al via dal 2022

La carta digitale raccoglie tutte le certificazioni e documenti per l’accesso ai servizi

La Disability Card permetterà agli italiani con disabilità di avere, in modo semplice e rapido, sempre a portata di mano i loro documenti. Inoltre, essa consentirà l’accesso a tutti quei servizi che, nel tempo e attraverso accordi e protocolli d’intesa, verranno messi a disposizione. Infine, fortemente annunciata nei mesi scorsi, alla sua presentazione di oggi è emerso un orizzonte temporale per l’attivazione: il 2022.

La Disability Card sarà attiva dal 2022 in sostituzione di certificati cartacei

Di Disability Card avevamo parlato qualche mese fa in un nostro articolo (“Disability Card, cos’è e come funzionerà” “Disability Card, come ottenerla”) in cui illustravamo le sue caratteristiche. Ora, torniamo sull’argomento perché c’è un’importante novità: essa partirà dal 2022. L’annuncio, dello scorso 1° dicembre, è firmato dalla Ministra per la Disabilità, durante la presentazione ufficiale della stessa Disability.

Nell’occasione, la Ministra ha spiegato che “Questa Card [sostituisce] tutti i certificati cartacei, portando semplificazione, sburocratizzazione e digitalizzazione […] nella vita delle persone disabili”. Perciò, d’ora in poi sarà sufficiente la sola esibizione di questa tessera per ottenere l’accesso a particolari beni e servizi. Ed in effetti, la Disability Card vuol rispondere alle esigenze del mondo della disabilità non solo sul piano assistenziale e dei servizi ma anche delle esigenze di futuro di queste persone.

Infine, rilasciandola dal 2022, l’Italia, è uno dei primi paesi europei a mettere in pratica questa nuova semplificazione. Ed anche il processo per richiederla è molto semplice: basta andare sul sito dell’Inps e seguire la procedura guidata. Quindi, “una volta ottenuta, la Card sarà un vero e proprio documento di riconoscimento, con tutti i dati personali protetti a vari livelli dalle contraffazioni”.

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