Quarta dose per soggetti fragili immunodepressi

Circolare da l’ok per la quarta dose di vaccino booster per soggetti vulnerabili

Il 20 febbraio scorso il Ministero della Salute pubblica la Circolare n. 13209, una nota congiunta del Ministero, CSS, AIFA e ISS. Oggetto di tale documento è la somministrazione della quarta dose per persone con marcata compromissione della risposta immunitaria. Il fine è di un ulteriore consolidamento della copertura vaccinale anche per non vanificare gli sforzi effettuati nei mesi precedenti.

Chi sono i destinatari della quarta dose e quale sarà il vaccino da somministrare

Il prossimo 31 marzo segna la fine dello stato d’emergenza della pandemia Covid-19 e un conseguente ritorno alla (quasi) normalità. Si tratta di un traguardo che gli esperti riconducono all’efficacia della campagna vaccinale e quindi alla massiccia immunizzazione della popolazione. Dunque, per evitare che l’impegno che ognuno di noi si è preso in questo senso venga sprecato, è necessario ancora un passo in più.

Difatti, si sa: il virus, con la variante Omicron, è ancora in circolazione e potrebbe essere un problema, specialmente per i più fragili. Pertanto, mettere in sicurezza i soggetti più vulnerabili dal punto di vista del sistema immunitario è un imperativo. Perciò, Aifa suggerisce per costoro la somministrazione di un ulteriore dose booster passati 120 giorni dalla terza dose.

Dunque, la Circolare raccomanda il richiamo ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria. In particolare, per cause legate alla patologia di base oppure a trattamenti farmacologici, così come ai soggetti che si stanno sottoponendo a trapianto di organo solido.

Per quanto riguarda il tipo di vaccino che si consiglia, si tratta di un ulteriore dose di vaccino a mRNA. Si tratta di un richiamo (booster, appunto) di un ciclo vaccinale primario, articolato su tre dosi (ciclo primario standard più dose addizionale a distanza di almeno 28 giorni dall’ultima dose). Infine, si effettuerà nei dosaggi autorizzati di:

  • 30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty nei soggetti di età pari o superiore a 12 anni;
  • 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax nei soggetti di età pari o superiore a 18 anni.

Via alle domande per l’assegno genitori single con figli disabili

Dal 1° febbraio è possibile fare domanda all’INPS per l’assegno con SPID, CIE o CNS

È con l’ultima Legge di Bilancio che si introduce la possibilità dal 1° febbraio di richiedere un assegno per genitori single disoccupati con figli disabili. Si tratta di una procedura da effettuare online al sito dell’INPS, il quale erogherà un contributo appositamente dedicato ai nuclei monoparentali. L’accesso al sito per inoltrare la domanda dovrà essere fatto attraverso credenziali SPID, CIE o CNS. Vediamo assieme le specifiche.

Fare domanda al sito dell’INPS per ricevere il contributo nuclei famigliari monoreddito

Dunque, attenzione a non confondersi con l’assegno unico figli disabili! Difatti, a beneficiare di questa misura saranno i genitori disoccupati e monoreddito che hanno figli a carico caratterizzati da una disabilità riconosciuta a non meno del 60%. Inoltre, tale contributo verrà erogato totalmente dall’INPS.

Recentemente infatti, l’INPS pubblica il Messaggio n. 471 con cui comunica il rilascio della procedura informatica per la trasmissione delle domande. Solo in questo modo si potrà ottenere e fruire del contributo. Ebbene, è dal 1° febbraio che la procedura è disponibile in rete al sito www.inps.it accedendo al menù Prestazioni e servizi – servizi – Contributo genitori con figli con disabilità.

Nello specifico, si potrà accedere al procedimento solo avendo le credenziali SPID II livello, CIE o CNS. Una volta effettuata la procedura, si potrà visionare la ricevuta della domanda con l’indicazione del protocollo attribuito nella sezione “Ricevute e provvedimenti”.

Specifiche della domanda: beneficiari e modalità di pagamento

Nella domanda si dovrà indicare il codice fiscale del figlio o dei figli disabili per i quali si richiede l’assegno. Esclusivamente per il 2022, il genitore che richiede tale contributo dovrà attestare tutti i requisiti previsti dalla norma. E, potrà anche presentare la domanda per l’anno 2021.

Tra i beneficiari figurano:

  • Genitore disoccupato o con un reddito da lavoro dipendente non superiore ai 8.145 euro all’anno. Oppure, di 4.800 euro annuo se da lavoro autonomo;
  • Nucleo famigliare monoreddito. Ossia, il ricavo del proprio reddito deriva esclusivamente dall’attività lavorativa oppure se si percepisce un trattamento pensionistico previdenziale. Comunque, si prescinde dall’eventuale proprietà della casa di abitazione;
  • Nucleo familiare monoparentale. Ovvero, se in presenza di un solo genitore con a carico uno o più figli con disabilità.

Invece, per quanto riguarda la scelta della modalità di pagamento, le opzioni sono le seguenti:

  • Bonifico domiciliato presso un ufficio postale;
  • Accredito su IBAN (è possibile indicare IBAN nazionali o esteri su circuito SEPA, sia di conto corrente bancario, che di carta ricaricabile o di libretto postale.

Infine, l’INPS provvederà ad effettuare gli accrediti nella modalità scelta dal richiedente con cadenza mensile. Ora, c’è solo da attendere un successivo messaggio dell’Istituto per il pagamento delle rate dell’anno 2021, qualora spettanti.

Milleproroghe: + 100 milioni per fondo alunni disabili

Affari costituzionali e Bilancio della Camera approvano una modifica di rifinanziamento

Il Milleproroghe è un decreto-legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre scorso e riguarda proroghe e scadenze slittate all’anno 2022. Ora, dopo un esame parlamentare si è deciso di incrementare di ulteriori 100 milioni di euro il “Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità”. Questo lo si prevede grazie ad un emendamento a tale decreto, sulla proroga dei termini legislativi, con l’approvazione di Affari Costituzionali e Bilancio alla Camera.

Dalla Legge di Bilancio al Milleproroghe: l’evoluzione del fondo per alunni disabili

Innanzitutto, ricordiamo che il Fondo sopracitato è stato introdotto con la Legge di Bilancio 2022, in cui si gli si dedicavano i primi 100 milioni previsti. Passano poi un paio di mesi e la somma raddoppia grazie al Milleproroghe: si arriva così a un totale di 200 milioni ad esso dedicati.

Quindi, ricordiamo ora a che cosa serve e chi beneficia del Fondo.

Si tratta di un supporto da parte dello Stato agli enti locali: un finanziamento delle figure assistenziali alla disabilità nelle scuole. Così, si permetterà agli alunni bisognosi di tale supporto di poter ricevere e contare su tali aiuti per un maggior numero di ore. Così come sarà possibile un aumento di assunzioni e quindi di disponibilità degli assistenti nell’ambito educativo.

Ulteriori disponibilità per gli anni 2023 e 2024

Inoltre, dall’incontro tra commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera sono state autorizzate ulteriori importanti novità. Infatti, si prevede che per gli anni 2023-2024 saranno elargiti ulteriori 400 mila euro in favore alle scuole di servizio sociale. Anche questa spesa era stata accordata per l’anno in corso con una norma contenuta nell’ultima Legge di Bilancio.

Stop all’abbattimento delle barriere architettoniche?

Decreto Sostegni Ter a Palazzo Madama: la denuncia di FIABA Onlus e RECERT

Attualmente, il Decreto Sostegni Ter è in esame a Palazzo Madama col fine di revisionare alcune norme come il Superbonus 110%. Tale mossa procura una serie di preoccupazioni e perplessità rispetto ai nuovi vincoli di cessione del credito legati appunto ai bonus edilizi. Perciò, alcune associazioni come FIABA Onlus e RECERT fanno sentire la loro voce e protestano specialmente per il potenziale freno all’abbattimento delle barriere architettoniche.

Il Decreto Sostegni Ter procurerà uno stop agli interventi sull’abbattimento delle barriere architettoniche?

Grazie al Superbonus 110% e alla detrazione al 75% dedicata sarebbero stati possibili diversi interventi di abbattimento delle barriere architettoniche. Tuttavia, come si anticipava, il Decreto Sostegni Ter sembra essere un ostacolo problematico. In merito a questo, il Presidente di RECERT Giuseppe De Pasquale esprime la sua preoccupazione:

“Con questa forte ed ingiustificata limitazione che ritarda tutto il processo della cessione del credito si sono di fatto bloccate le assemblee condominiali in cui si doveva deliberare in tal senso, con gravissime ripercussioni considerando anche il lasso temporale della durata della detrazione fiscale”

Dunque, questa decisione provocherebbe ripercussioni negative sia per le imprese che avevano già avviato i lavori ma anche per i singoli. Ossia, per tutte le persone caratterizzate da mobilità ridotta che da tempo aspettavano di vivere in abitazioni più confortevoli. Difatti, tali interventi avrebbero permesso loro di rendere la propria residenza più accessibile con spese esigue e costi ridotti.

Inoltre, sia De Pasquale di RECERT che Trieste di FIABA Onlus aggiungono:

“Siamo pronti a chiedere la presentazione di un nostro emendamento durante la conversione del decreto che avverrà in Senato nei prossimi giorni. Riteniamo che la normativa prevista dal cosiddetto decreto “antifrode” sia più che sufficiente a garantire il rispetto delle norme e confidiamo nel buon senso di tutti i soggetti interessati affinché si possa giungere a una soluzione che non comprometta l’utilità di provvedimenti peraltro già approvati”.

Così, inoltrano la richiesta di cancellare in tempi brevi il divieto alla doppia cessione del credito al Governo, nel rispetto dell’art. 28 del decreto legge n. 4 del 27/01/2022.

Mobilitazioni contro lo spostamento dell’INPS di Mestre

Addio alla sede INPS di Mestre per le pratiche di invalidità civile?

Recentemente, arriva la notizia da parte della direzione regionale INPS di voler trasferire la sede di Mestre per le pratiche di invalidità civile in centro a Venezia. Di risposta, molte associazioni lamentano alle amministrazioni le problematiche che una città come Venezia presenta per lo spostamento di persone diversamente abili. Effettivamente, per raggiungere la sede in centro a storico a Dorsoduro si passa inevitabilmente per una serie di ponti, vere e proprie barriere architettoniche.

Mobilitazioni contro lo spostamento dell’INPS dalla sede di Mestre al centro storico a Venezia

La sede INPS dedicata alle pratiche di invalidità civile in via Fogazzaro a Mestre potrebbe essere definitivamente spostata nel palazzo veneziano a Dorsoduro. Tuttavia, molte associazioni a tutela dei diritti delle persone diversamente abili e fragili non sono d’accordo con la decisione. Tra coloro che intendono mobilitarsi e protestare contro la direttiva della direzione regionale INPS ci sono:

  • Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic);
  • Cooperativa Realtà;
  • Centro diurno Marghera;
  • Lilt;
  • Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm);
  • Associazione sportiva disabili;
  • Uno-nessuno-centomila;
  • Amici del cuore e
  • Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil)

Al proposito, i volontari e gli operatori dei comitati commentano quanto segue:

“Siamo preoccupati – Venezia è inaccessibile per i disabili. Come possono raggiungere la sede in carrozzina, con deambulatori o stampelle affrontando le varie barriere architettoniche? Dove parcheggiano in piazzale Roma? Ci opponiamo a un assetto penalizzante per chi si trova in una condizione di fragilità”

La risposta delle amministrazioni

Messe alla luce le difficoltà a chi ne compete, l’INPS da come giustifica alla scelta il decreto semplificazioni bis. Quest’ultimo renderebbe infatti meno impellente il bisogno di recarsi personalmente più volte nelle sedi. Dunque, le associazioni col sostegno dei consiglieri comunali si rivolgono al sindaco Luigi Brugnaro, con l’auspicio di una revisione della scelta.

Nella vicenda si mobilita e interviene anche la senatrice Orietta Vanin (M5S) che afferma:

Assicuriamo il massimo sostegno alle associazioni e ai cittadini affinché l’Inps riveda la sua decisione di trasferire a Venezia la sede di Mestre di via Fogazzaro […] Ci attiveremo quindi in ogni senso e in tutte le sedi opportune, sia a livello locale che nazionale. Abbiamo già informato della situazione l’ex ministra Nunzia Catalfo alla quale abbiamo richiesto supporto e sostegno in questa lotta di civiltà

Ora, per concretizzare ulteriormente la protesta è in programma una manifestazione sabato 12 febbraio alle ore 10.30 in Piazza Erminio Ferretti a Mestre.

Via al fondo per il progetto “Dopo di Noi”

“Dopo di Noi”: oltre 76 milioni per persone con disabilità grave e senza famiglia

Il 27 gennaio scorso viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie ad esso si potrà assegnare a ogni regione le consistenti risorse previste dal Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare. Si tratta del progetto Dopo di Noi, già istituito con la Legge del 22 giugno 2016 n. 112 e nello specifico all’art. 3, comma 1.

Progetto e fondo “Dopo di Noi” per rafforzare l’assistenza alle persone con disabilità grave

Le risorse complessive che coprono l’arco temporale del 2021 ammontano a 76.100.000 euro. Di questi:

  • 20 milioni si attribuiscono alle regioni per gli interventi e i servizi a favore del sostegno e agevolazione dei destinatari del fondo. Nello specifico, la somma destinata a ciascuna regione viene calcolata in base alla percentuale di popolazione d’età compresa tra i 18 e i 64 anni.
  1. 15 milioni sono poi impiegati specificatamente al rafforzamento dell’assistenza alle persone con disabilità grave.

In particolare, i beneficiari sono quelle persone con disabilità grave che posseggono le seguenti caratteristiche:

  • Non hanno i genitori e sono privi di sostegno economico o patrimonio (da questa specifica si escludono eventuali trattamenti percepiti proprio a causa della condizione di disabilità);
  • Hanno genitori che per determinate condizioni (ad esempio, l’avanzare dell’età) non hanno più modo o capacità di sostenere loro;
  • Risiedono in strutture differenti in condizioni abitative e relazionali dalla realtà che comunemente chiamiamo casa.

Ora, il Ministero provvederà a versare alle regioni la somma che ad esse corrisponde, consultabile in Gazzetta Ufficiale n. 21 del 27/01/2022. Conseguentemente, le varie regioni dovranno a loro volta elargire tali risorse ai singoli ambiti territoriali entro 60 giorni.

Mercedes Citan trasformato in autocarro

Trasformazione da autovettura ad autocarro

Un nostro cliente ci ha chiesto di convertire il suo nuovo Mercedes Citan, in veicolo autocarro. Nessun problema!

 

In origine il Mercedes Citan nasce come veicolo “autovettura” ma grazie ai nostri interventi siamo riusciti ad omologarlo in veicolo autocarro a 4 posti.
E’ stata realizzata e applicata una paratia in acciaio inox, ricalcolati i pesi con relazione tecnica di Ingegnere, eliminato il posto centrale ed effettuato il collaudo.
Ora il veicolo è un autocarro 4 posti! Bloccando il ribaltamento dei sedili abbiamo potuto installare una paratia piccola.
Scopri altri allestimenti di veicoli per disabili che abbiamo realizzato!

Progetto “Infinito” per caregiver e disabili gravi

SPID da casa col Progetto “Infinito Servizi a Domicilio Gratuiti” per disabili gravi

Via al progetto Infinito S.D.G.: un aiuto concreto con servizi a domicilio per quelle famiglie che hanno a carico un disabile non autosufficiente, non trasportabile, non collaborante. Dunque, l’iniziativa risponde a quelle che possono essere le maggiori esigenze di persone con disabilità gravi e i loro caregiver. In particolare, nel momento in cui questi abbiano bisogno di accedere da casa ai servizi pubblici degli ambiti territoriali. Di seguito, vediamo bene cosa prevede il progetto.

Fabiana Gianni e i servizi pubblici a domicilio grazie al Progetto della sua Fondazione

L’ideatrice dell’iniziativa si chiama Fabiana Gianni, madre di una ragazza con disabilità e sostenitrice delle pari opportunità. Con la sua Fondazione Villa Point onlus riesce a mettere a disposizione gratuitamente una serie di servizi, tra cui lo SPID, irrinunciabile oggigiorno. Al proposito, Gianni afferma:

“Finora tale servizio con queste modalità operative era introvabile in Italia e volevo risolvere la faccenda SPID da fare a casa per dare risposte concrete ai bisogni emersi sui territori. Grazie al Caf Patronato Lupo Tuscolana a Roma ci siamo riusciti attraverso un Protocollo d’intesa stipulato tra le parti. Ora davvero tutti, a casa propria, possono avere lo SPID”.

Si tratta di un piano nazionale supportato da remoto grazie alle competenze di personale qualificato e formato per la mansione. Fabiana spiega:

“Chi desidera avere l’assistenza a domicilio, si vedrà arrivare prevalentemente giovani siblings (ossia, fratelli/sorelle di persone disabili) con una formazione specifica acquisita negli anni o comunque persone formate ad hoc”.

Quindi, già dal 10 gennaio è possibile fare lo SPID da remoto grazie allo specifico e speciale supporto dei siblings. In conclusione, Fabiana auspica che la Pubblica Amministrazione si appoggi a questo servizio. Infatti, rammenta come la PA abbia reso obbligatori i servizi dello SPID per i disabili, senza però preoccuparsi delle modalità con le quali i più fragili potessero provvedere a ottenerlo.

Pass disabili unificato: perché rimane su carta?

Il Cude esiste da quest’estate ma la situazione sembra ferma nell’attuazione concreta

L’Unione Europea chiedeva ormai da ben 23 anni il via libera al Contrassegno unificato disabili europeo (Cude). Nonostante la normativa sia completa da giugno, a chiunque si rechi in Comune per richiederlo viene detto che ancora non è pronto. Dunque, si è deciso nel frattempo di pensare a una soluzione altrettanto valida. Così, questo novembre col Decreto Infrastrutture n. 121/2021 si aggiunge la gratuità generalizzata della sosta sulle strisce blu per chi ha il contrassegno. Ma questo non è abbastanza.

Cude Italia: come funziona e perché c’è un problema con la banca dati

Innanzitutto, ricordiamo che cosa significa e qual è il valore del Cude. Si tratta di un pass per disabili in autovettura che ha validità automatica ovunque, sia in Italia che in Europa. Grazie ad esso non sarà più necessario avvertire le autorità indicando dove ci si reca di volta in volta.

Tuttavia, come dicevamo la situazione pare essere in stallo. Sono ormai passati cinque mesi da quando veniva pubblicato il dm 5 luglio 2021 con cui si istituiva la piattaforma unica nazionale informatica dei contrassegni. Dunque, il problema pare essere di carattere organizzativo: ci sono difficoltà nel costruire e far funzionare la banca dati alla quale tutti i corpi di polizia si collegheranno. Con essa le autorità verificheranno:

  • L’esistenza;
  • La regolarità;
  • L’utilizzo

Probabilmente, l’origine del problema è il seguente: i sistemi informatici con cui lavorano i corpi di polizia locale sono diversi tra loro. Ora, i nuovi test sulla banca dati partiranno a febbraio. Poi, da marzo si inizierà una prova più concreta con dati reali dei cittadini.

Cosa si può fare al momento, nell’attesa del Contrassegno unificato disabili europeo

Per il momento, tutti i disabili al volante potranno continuare a utilizzare il sistema del contrassegno cartaceo da esporre. Con questo si dimostra che si ha il diritto di sostare negli spazi riservati ai disabili. Inoltre, è fondamentale anche per consentire al Comune di residenza di inserire la targa tra le autorizzate, per esempio per varcare tranquillamente le ZTL.

Il problema di questo sistema è che ogni volta che ci si vuole spostare in zone differenti dal Comune, è necessario avvisare gli uffici amministrativi del dato paese. Tra l’altro, in alcune zone estere questo contrassegno non è nemmeno valido.

Invece, quando finalmente il Cude sarà a regime completo, chiunque deciderà di usufruirne sarà sempre in regola. Si scavalleranno così iter lunghi e limitanti e all’estero basterà semplicemente esporre il pass sul veicolo.

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