Pensione anticipata e Legge 104: cosa sapere nel 2025

Nel panorama previdenziale italiano, la Legge 104/92 continua a rappresentare un punto di riferimento importante per le persone con disabilità e per i loro familiari. Tra i benefici previsti, uno dei più rilevanti riguarda la possibilità di accedere alla pensione in anticipo rispetto ai requisiti ordinari. Ma quali sono le condizioni attuali per usufruire di questa opportunità nel 2025?

Chi può richiedere la pensione anticipata con la Legge 104?

La pensione anticipata può essere richiesta in presenza di una disabilità riconosciuta grave, ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104. Le agevolazioni previdenziali possono riguardare sia i lavoratori con disabilità, sia coloro che assistono un familiare in condizioni di gravità.

Le due principali strade per l’anticipo

Quota 41 per lavoratori precoci

  • È destinata a chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni e ha almeno 12 mesi di contributi versati in giovane età.
  • Requisito essenziale: aver maturato 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica.
  • Il diritto spetta anche a chi assiste un familiare con handicap grave da almeno 6 mesi, convivente.

Pensione anticipata ordinaria

  • Prevede la possibilità di andare in pensione al raggiungimento di determinati requisiti contributivi: nel 2025 sono richiesti 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
  • Non è direttamente legata alla Legge 104, ma può combinarsi con altri benefici riconosciuti.

Agevolazioni specifiche per i lavoratori con disabilità

Chi possiede un’invalidità pari o superiore all’80% può accedere alla pensione anticipata a:

  • 60 anni se uomo
  • 55 anni se donna
    È comunque richiesto un minimo di 20 anni di contributi.

Attenzione: l’invalidità deve essere certificata dall’INPS. L’iter di riconoscimento, quindi, è un passaggio fondamentale per accedere al beneficio.

E per chi assiste un familiare con disabilità?

I caregiver familiari, ossia chi presta assistenza continuativa a un parente con handicap grave, possono beneficiare di diverse forme di flessibilità, tra cui permessi retribuiti e priorità nei turni di lavoro. Per quanto riguarda l’accesso alla pensione anticipata, il requisito principale è legato al tipo e alla durata dell’assistenza prestata.

Come muoversi?

È sempre consigliabile rivolgersi a un patronato o a un consulente previdenziale per:

  • Verificare i requisiti contributivi e anagrafici
  • Gestire la domanda di riconoscimento dell’handicap grave
  • Calcolare l’importo pensionistico previsto

Conclusione

La normativa sulla pensione anticipata legata alla Legge 104 è complessa e in continua evoluzione. Tuttavia, rappresenta una risorsa fondamentale per garantire un po’ di sollievo a chi vive situazioni di fragilità. Informarsi per tempo e avvalersi di un supporto qualificato può fare la differenza.

Trasferimento del lavoratore caregiver: cosa dice la legge?

Essere caregiver di un familiare con disabilità comporta spesso una serie di tutele particolari per il lavoratore. Tuttavia, uno dei temi più delicati riguarda la possibilità per l’azienda di trasferire il dipendente che assiste un parente in situazione di grave handicap.
Recentemente, la Corte di Cassazione è tornata a fare chiarezza su questo aspetto, precisando che il lavoratore caregiver non è automaticamente escluso dal rischio di trasferimento. Infatti, l’esigenza di assistenza al familiare disabile rappresenta certamente un elemento che l’azienda deve considerare, ma non costituisce un divieto assoluto di trasferimento.

Quando il trasferimento è legittimo?

Il trasferimento del lavoratore caregiver può essere considerato legittimo solo se l’azienda è in grado di dimostrare l’esistenza di concrete esigenze organizzative che lo rendano indispensabile. In altre parole, non è sufficiente una generica motivazione aziendale: devono emergere reali necessità operative che giustifichino lo spostamento del dipendente in altra sede.
La Cassazione, infatti, ha sottolineato che il diritto del lavoratore di assistere un familiare disabile non prevale in modo assoluto sugli interessi organizzativi dell’impresa, ma deve essere bilanciato caso per caso.

Cosa deve fare l’azienda?

Prima di procedere con un trasferimento, l’azienda deve:

  • valutare attentamente la situazione del lavoratore;
  • considerare l’impatto che il trasferimento avrebbe sull’assistenza prestata;
  • dimostrare che non esistono alternative meno impattanti.

In assenza di queste condizioni, il trasferimento potrebbe essere considerato illegittimo e impugnabile dal lavoratore.

Mutui agevolati per persone con disabilità: opportunità e vantaggi del Plafond Casa

Il Plafond Casa è un’iniziativa promossa dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) in collaborazione con le banche aderenti e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), con l’obiettivo di agevolare l’accesso al mutuo per l’acquisto, la ristrutturazione e l’efficientamento energetico di immobili residenziali, con condizioni vantaggiose per specifiche categorie di cittadini, tra cui le persone con disabilità.

Caratteristiche e Funzionamento:

  • Fondo: La CDP mette a disposizione un fondo che le banche aderenti utilizzano per erogare mutui a tassi agevolati.
  • Finalità: Sostenere l’acquisto della prima casa (preferibilmente in classe energetica A, B o C) e/o interventi di ristrutturazione con miglioramento dell’efficienza energetica.
  • Importi:
    • Acquisto prima casa: fino a 250.000 euro.
    • Acquisto con ristrutturazione: fino a 350.000 euro.
    • Ristrutturazione ed efficientamento energetico: fino a 100.000 euro.
  • Tassi: Sia fissi che variabili, a seconda delle condizioni offerte dalla banca.

Chi può accedere:

  • Nuclei familiari con almeno un soggetto disabile (Legge 104/1992).
  • Famiglie numerose (almeno tre figli a carico).
  • Giovani coppie (uno dei due componenti under 35, l’altro under 40).

Requisiti:

  • Residenza in Italia.
  • Disabilità certificata (Legge 104/1992).
  • Immobile destinato ad abitazione principale.
  • Richiesta presso una banca aderente.

Vantaggi per le persone con disabilità:

  • Tassi di interesse ridotti.
  • Condizioni di rimborso flessibili.
  • Accesso facilitato al credito.
  • Finanziamenti per interventi di accessibilità (abbattimento barriere architettoniche).

Come fare domanda:

  • Verificare l’adesione della propria banca al programma.
  • Compilare il modulo “Richiesta di mutuo ipotecario a banche su provvista Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.” (disponibile in banca o sul sito ABI).
  • Presentare la documentazione richiesta:
    • Certificazione della disabilità.
    • Documenti reddituali.
    • Preventivi/progetti (ristrutturazione).
    • Documentazione catastale dell’immobile.
  • Attendere la valutazione della banca.

Importante:

  • Si consiglia di consultare il sito della CDP o contattare le banche aderenti per informazioni aggiornate sulla validità del programma e sulle condizioni applicate.
  • Per avere informazioni sempre aggiornate e veritiere è consigliabile visitare i siti istituzionali degli enti erogatori.

Disabilità e diritto alla salute: le preoccupazioni di Uniamo sul nuovo emendamento

L’approvazione dell’emendamento 13.0.400 al disegno di legge 1241 ha sollevato forti critiche da parte delle associazioni che si occupano di disabilità e malattie rare. Questo provvedimento prevede che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) copra esclusivamente le prestazioni sanitarie, escludendo i servizi socio-assistenziali, che ricadrebbero così sulle famiglie e sugli enti locali.

Una visione limitata della salute

Secondo Annalisa Scopinaro, presidente di Uniamo – Federazione Italiana Malattie Rare, questa misura rappresenta un serio rischio per il diritto alla salute delle persone con disabilità. Per molti di loro, infatti, il supporto socio-assistenziale è inscindibile dalle cure mediche. L’emendamento, invece, sembra basarsi su una visione superata della sanità, che separa nettamente l’aspetto sanitario da quello assistenziale, ignorando la complessità delle reali necessità delle persone non autosufficienti.

Famiglie sempre più sole nell’assistenza

Uno dei principali problemi segnalati è la carenza di strutture e personale qualificato in grado di garantire un adeguato supporto. Questo costringe molte famiglie a trovare soluzioni alternative, spesso con conseguenze negative sulla qualità dell’assistenza e sull’aderenza alle terapie. L’innalzamento al 70% della copertura SSN nei casi di alta complessità assistenziale, previsto dall’emendamento, viene giudicato insufficiente se non accompagnato da un piano più ampio per affrontare la questione della non autosufficienza.

Un peso economico insostenibile

Le associazioni sottolineano inoltre il rischio di aggravare ulteriormente il carico economico delle famiglie già in difficoltà. Molti caregiver, infatti, devono ridurre o abbandonare l’attività lavorativa per assistere i propri cari, affrontando nel contempo spese elevate per cure e servizi non coperti dal SSN. La misura potrebbe creare anche problemi finanziari per gli enti locali, che dovrebbero farsi carico di costi maggiori senza risorse adeguate.

L’appello di Uniamo: rivedere il provvedimento

Le critiche sollevate da Uniamo e da altre organizzazioni del terzo settore evidenziano la necessità di un approccio più integrato alla salute. L’assistenza socio-sanitaria non può essere trattata come un elemento separato dalla cura medica, soprattutto per le persone con disabilità e malattie rare. Per questo, Uniamo chiede una revisione o l’eliminazione dell’emendamento, auspicando invece l’applicazione concreta delle misure già previste dalla Legge 33/2023 per migliorare il supporto alle persone non autosufficienti.

L’integrazione tra sanità e assistenza sociale è una sfida fondamentale per garantire il benessere di milioni di persone in Italia. Separare questi due ambiti potrebbe tradursi in un peggioramento della qualità della vita per chi ha bisogno di cure continue e per le loro famiglie.

Agevolazioni fiscali per l’acquisto e il passaggio di proprietà dei veicoli per persone con disabilità

La mobilità è un elemento fondamentale per l’autonomia delle persone con disabilità, ed è per questo che la normativa italiana prevede specifiche agevolazioni fiscali per l’acquisto e il trasferimento di proprietà di veicoli destinati al loro trasporto.

Quali sono i benefici previsti?

Chi rientra nei requisiti stabiliti dalla legge può usufruire di diverse agevolazioni, tra cui:

  • Detrazione Irpef del 19% sulle spese di acquisto del veicolo;
  • IVA agevolata al 4% per l’acquisto di auto nuove o usate;
  • Esenzione dal bollo auto per i veicoli intestati alla persona con disabilità o a un familiare che la ha fiscalmente a carico;
  • Esenzione dall’imposta di trascrizione per il passaggio di proprietà del veicolo.

Chi può beneficiare di queste agevolazioni?

L’accesso ai benefici è riservato a persone con specifiche condizioni di disabilità, certificate dagli organi competenti. In particolare, rientrano tra i possibili beneficiari:

  • Persone con ridotte o impedite capacità motorie permanenti (se il veicolo è adattato in modo stabile alle loro necessità);
  • Persone con disabilità psichica o mentale con indennità di accompagnamento;
  • Persone con gravi difficoltà nella deambulazione o pluriamputazioni.

Se il veicolo è intestato a un familiare della persona con disabilità, è necessario che quest’ultima sia fiscalmente a suo carico, rispettando i limiti di reddito previsti dalla legge.

Quali veicoli rientrano nelle agevolazioni?

Le agevolazioni si applicano a diverse categorie di veicoli, tra cui:

  • Autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo o specifico;
  • Autocaravan;
  • Motocarrozzette;
  • Motoveicoli per trasporto promiscuo o specifico.

Esistono limiti di cilindrata?

Sì, per usufruire dei benefici fiscali il veicolo non deve superare i seguenti limiti:

  • 2.000 cc per i veicoli a benzina;
  • 2.800 cc per i veicoli diesel.

Come fare domanda per l’esenzione dal passaggio di proprietà?

Per ottenere l’esenzione, è necessario presentare una richiesta corredata dai seguenti documenti:

  • Certificazione che attesti la condizione di disabilità rilasciata dagli enti competenti;
  • Dichiarazione che il beneficiario sia fiscalmente a carico (se il veicolo è intestato a un familiare);
  • Documento di identità del richiedente;
  • Eventuale copia della patente speciale, se posseduta.

Queste agevolazioni rappresentano un supporto concreto per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, facilitandone la mobilità e riducendo i costi legati all’acquisto e alla gestione di un veicolo.

Giochi Mondiali Invernali Special Olympics: Torino celebra lo sport inclusivo

Per la prima volta, l’Italia ospiterà i Giochi Mondiali Invernali Special Olympics, dall’8 al 15 marzo. L’evento vedrà competere 1.500 atleti provenienti da 100 nazioni, in otto discipline sportive: sci alpino, sci nordico, danza sportiva, pattinaggio artistico, floorball, snowboard, corsa con le racchette da neve e pattinaggio di velocità. Le competizioni si terranno in diverse località del Piemonte, tra cui Torino, Bardonecchia, Sestriere e Pragelato.

Con il motto “The Future is Here”, i Giochi celebrano valori fondamentali come l’inclusione sociale e la solidarietà, dimostrando il potenziale dello sport come forza positiva, specialmente per le persone con disabilità. La cerimonia di apertura, in programma l’8 marzo presso l’Inalpi Arena di Torino, inaugurerà un evento che mira a superare pregiudizi e barriere, promuovendo un futuro migliore già nel presente.

L’evento coinvolgerà non solo gli atleti, ma anche oltre 1.000 coach e delegati, più di 3.000 volontari e familiari, 1.000 media accreditati e circa 300.000 spettatori. Secondo Alessandro Palazzotti, vicepresidente vicario di Special Olympics Italia, questi Giochi rappresentano il culmine di decenni di impegno quotidiano per diffondere la cultura dell’inclusione, con lo sport unificato come strumento chiave.

Special Olympics, fondata da Eunice Kennedy Shriver nel 1968, oggi supporta più di 3,5 milioni di atleti in 227 programmi in tutto il mondo. La collaborazione tra FIGC e Special Olympics Italia, attiva da oltre vent’anni, è stata ulteriormente rafforzata nel febbraio 2023 con la firma di un protocollo d’intesa tra i presidenti delle due organizzazioni.

Aggiornamento sulla Riforma della Disabilità: Proroga al 2027

Un recente decreto legislativo ha posticipato l’entrata in vigore della Riforma della Disabilità al 1° gennaio 2027. Questo significa che fino alla fine del 2026, le procedure attuali per il riconoscimento della disabilità rimarranno in vigore.

Cosa prevede la riforma:

La riforma, originariamente prevista per il 2025, introduce un nuovo sistema di valutazione della disabilità basato su criteri multidimensionali. Le principali novità includono:

  • Un processo di accertamento che considera non solo la patologia, ma anche l’autonomia della persona e il suo contesto di vita.
  • La possibilità di presentare un’unica domanda per il riconoscimento della disabilità, semplificando le procedure.
  • La digitalizzazione delle banche dati per ridurre i tempi di attesa.
  • Modalità di revisione semplificate per le patologie irreversibili.

Perché la proroga:

Il rinvio è stato deciso per consentire un periodo di sperimentazione più lungo e per completare l’infrastruttura digitale necessaria. La sperimentazione, che coinvolge diverse province italiane, è stata estesa a 24 mesi per raccogliere dati più accurati.

Implicazioni del rinvio:

  • Le procedure attuali rimangono in vigore fino al 2027.
  • L’unificazione delle procedure e la semplificazione delle revisioni sono posticipate.
  • I tempi di attesa potrebbero rimanere invariati fino all’entrata in vigore della riforma.

Sperimentazione:

  • la prima fase della sperimentazione è partita il primo Gennaio 2025 e coinvolge le province di: Milano, Torino, Brescia, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Cagliari e Catania.
  • Dal 30 settembre 2025, entreranno nel programma anche Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza, Provincia autonoma di Trento e Aosta.

Prossimi passi:

Il governo lavorerà al completamento della fase sperimentale e all’infrastruttura digitale per garantire l’attuazione della riforma nel 2027.

730 e spese per i disabili: le ultime novità

Sta per arrivare la Certificazione Unica (CU 2025) per milioni di lavoratori e pensionati (INPS, INAIL e altri enti), che dovrà essere consegnata agli interessati entro lunedì 17 marzo (poiché la scadenza del 16 cade di domenica). Questo segna l’avvio della stagione delle dichiarazioni dei redditi, con il modello 730 che continua a essere molto apprezzato dai contribuenti grazie alla sua versione precompilata, già contenente la maggior parte dei dati fiscali personali.

Al momento, il modello 730 per il 2025 e le relative istruzioni sono ancora in fase di definizione, in attesa della pubblicazione ufficiale da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tra le principali novità di quest’anno spiccano modifiche ai bonus edilizi e alle detrazioni per i carichi familiari. Invece, il quadro relativo alle spese sanitarie resta sostanzialmente invariato, continuando a rappresentare un’opportunità per ridurre il carico fiscale di lavoratori e pensionati.

Un importante aggiornamento arriva dalla Corte di Cassazione in merito alle spese mediche e di assistenza per persone con disabilità, che devono essere indicate nel Quadro E, rigo E25 del modello 730. Attualmente, queste spese possono essere interamente dedotte dal reddito imponibile, ma con alcune condizioni per evitare utilizzi impropri: la persona con invalidità grave e permanente (riconosciuta ai sensi della legge 104/1992) deve essere assistita da un professionista sanitario qualificato (come infermieri, fisioterapisti, riabilitatori o educatori), e la spesa deve essere documentata adeguatamente.

Se invece l’assistenza è fornita da una badante, la detrazione riconosciuta è pari al 19%, con un tetto massimo di 2.100 euro e solo se il reddito del contribuente non supera 40.000 euro. Tuttavia, la Cassazione – con una recente sentenza della sezione tributaria (n. 449/2025) – ha espresso un orientamento differente rispetto alle indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, sostenendo che il diritto alla tutela fiscale delle persone con disabilità non dovrebbe essere soggetto a restrizioni. Secondo questa interpretazione, la deduzione del 100% delle spese sostenute non dovrebbe dipendere dalla qualifica di chi presta l’assistenza.

Le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate, attualmente in bozza, riportano ancora un’incertezza su questo punto, lasciando aperta la possibilità di un aggiornamento in linea con le nuove politiche a favore delle persone con disabilità.

“Volare oltre lo Sport”: torna la manifestazione tra inclusione e scoperta del territorio

La quinta edizione di “Volare oltre lo Sport” è pronta a prendere il via, con un ricco programma che, da febbraio a maggio, offrirà quattro appuntamenti all’insegna dello sport, dell’inclusione e della valorizzazione del territorio. L’iniziativa, promossa dalla CGIA di Mestre in collaborazione con gli Itinerari educativi del Comune di Venezia, coinvolgerà quest’anno circa 650 studenti provenienti da 27 classi delle scuole superiori di Mestre e Venezia.

Sport e inclusione: un binomio vincente

L’evento nasce con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sullo sport come strumento di crescita, integrazione e socializzazione. Come sottolineato dal presidente della CGIA, Roberto Bottan, quest’edizione assume un significato speciale, coincidendo con l’80° anniversario della fondazione dell’associazione:

«Un’occasione per riaffermare i valori di solidarietà e inclusione sociale che da sempre contraddistinguono la CGIA».

La presentazione ufficiale si è svolta venerdì 7 febbraio presso il Municipio di Mestre, alla presenza di numerose autorità e rappresentanti del mondo sportivo ed educativo, tra cui l’assessore alle Politiche educative Laura Besio, il presidente della Municipalità di Mestre Carpenedo Raffaele Pasqualetto, e l’atleta paralimpico Moreno Pesce.

Un percorso tra sport, natura e storia

La manifestazione si articolerà in quattro eventi, ognuno con una tematica specifica:

20 febbraio – Istituto Algarotti
Atleti con disabilità condivideranno le proprie esperienze sportive, raccontando sfide e successi per ispirare gli studenti.

11 aprile e 16 maggio – Fiume Sile
Grazie alla collaborazione con Venice Trail, i partecipanti vivranno un’esperienza di navigazione in canoa in un contesto naturale unico.

Maggio – Erto e Vajont
Un’escursione tra i sentieri montani permetterà ai ragazzi di scoprire la storia del Vajont e riflettere sui tragici eventi legati alla diga.

23 maggio – Polo Nautico di San Giuliano
Un’intera mattinata dedicata agli sport d’acqua: canoa, kayak, vela e dragon boat, con la possibilità di provare anche il tennis. Saranno coinvolte associazioni che operano nel mondo della disabilità, per favorire il confronto e la coesione sociale.

“Volare oltre lo Sport” si conferma quindi un evento che va oltre l’attività sportiva, diventando un’occasione di crescita personale, conoscenza del territorio e costruzione di una comunità più inclusiva.

Legge 104 novità e permessi

Il Decreto Legislativo n. 105 del 30 giugno 2022, entrato in vigore il 13 agosto 2022, ha apportato significative modifiche riguardo ai permessi e ai congedi straordinari per l’assistenza a persone con disabilità grave. Una delle principali novità è l’eliminazione del concetto di “referente unico dell’assistenza” previsto dall’articolo 33 della Legge n. 104/1992.

In precedenza, solo una persona poteva beneficiare dei permessi per assistere un individuo con disabilità grave; ora, invece, più persone possono alternarsi nell’assistenza, purché non usufruiscano dei permessi negli stessi giorni.

È importante notare che, sebbene il Decreto Legislativo n. 105/2022 non abbia modificato il comma 5-bis dell’articolo 42 del Decreto Legislativo n. 151/2001, che vieta a più di un lavoratore, esclusi i genitori, di richiedere il congedo straordinario per assistere la stessa persona con disabilità grave, l’eliminazione del “referente unico” permette a più lavoratori di usufruire dei permessi previsti dall’articolo 33 della Legge n. 104/1992, alternandosi nei giorni.

L’INPS, con il messaggio n. 4143 del 22 novembre 2023, ha chiarito che è possibile autorizzare sia il congedo straordinario sia i permessi di cui all’articolo 33 della Legge n. 104/1992 a più lavoratori, a condizione che i giorni di fruizione non si sovrappongano. Inoltre, è consentito accettare richieste di congedo straordinario anche se, nello stesso mese, sono già stati concessi permessi mensili o estensioni del congedo parentale, purché i benefici non vengano utilizzati negli stessi giorni.

Queste modifiche rappresentano un passo avanti nel supporto alle famiglie, offrendo maggiore flessibilità nell’assistenza a persone con disabilità grave e riconoscendo la necessità di un approccio condiviso e collaborativo.

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