Disabili non gravi? Ok al lavoro con assegno d’invalidità

I disabili non gravi potranno avere lavoretti e assegno d’invalidità

Il disabile non grave potrà continuare a fare piccoli lavoretti senza essere privato del suo assegno d’invalidità. Questo l’obbiettivo prefissato dagli emendamenti al decreto fisco-lavoro depositati in Senato da Pd, Leu, Iv e M5S. A tal proposito, avevamo già citato le rassicurazioni del Ministro del Lavoro Andrea Orlando; vediamo ora come stanno procedendo le cose.

Il disabile non grave potrà lavorare senza vedersi togliere l’assegno di invalidità

Tutto inizia con una circolare dell’Inps  che annuncia lo stop, dal 14 ottobre, alla liquidazione dell’assegno di invalidità per i disabili non gravi che lavorano. La circolare va a toccare anche i casi in cui l’attività lavorativa consista in un piccolo lavoro retribuito al massimo 400 euro al mese.

Alla base delle considerazioni dell’Inps, due sentenze della Cassazione secondo cui: “il mancato svolgimento di attività lavorativa è un elemento costitutivo del diritto alla prestazione assistenziale”.

Allora, Inps applica alla lettera questa definizione e decide di smettere di erogare l’assegno di invalidità a quanti lavorano. Tuttavia, questo gesto smentisce una politica della tolleranza e dell’integrazione dei più fragili, vecchia ormai di cinquant’anni. E lo fa così, con la revisione di una norma -confusa- del 1971, in totale contraddizione con il principio secondo cui, nel caso in questione, “l’esiguità del reddito impedisce di ritenere che vi sia attività lavorativa rilevante”.

Ora, gli emendamenti:

  • Il Pd, con Antonio Misani, chiede semplicemente di sopprimere i commi 1 e 2 dell’articolo 13 legge 118 , 1971 (dove si esplicita che questi disabili non devono svolgere attività lavorativa e che obbligano il disabile all’autocertificazione d’inoccupazione);
  • Il M5S, con Nunzia Catalfo, propone il medesimo intervento: soppressione comma 1 ed abrogazione comma 2;
  • Italia Viva, Davide Faraone e Annamaria Parente, chiede di specificare il comma 1, con l’eccezione dell’attività lavorativa “dalla quale derivi in ogni caso il riconoscimento dello stato di disoccupazione”. Così, l’invalido civile parziale può svolgere un lavoro subordinato o autonomo dal quale deriva un reddito minimo personale escluso da imposizione;
  • Leu, primo firmatario Vasco Errani, propone una soluzione simile però aggiungendo al comma 1, un comma 1 bis. L’intento è di esplicitare che lo stato di disoccupazione è compatibile con lo svolgimento di “attività lavorativa che assicura un reddito annuale non superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione”.