In Italia ci sarà il primo Garante Nazionale per le persone con disabilità, anche se non potrà entrare in carica prima del 2025. Questo è quanto stabilito da un decreto legge del 17 luglio, proposto da Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità.
La figura del Garante Nazionale è stata accolta con speranza, ma anche con molta incertezza e disillusione. Secondo il Ministero, il Garante sarà un organismo collegiale indipendente e di garanzia».
Come funzionerà il Garante
Il Garante avrà sede a Roma, e tutti i membri dovranno possedere esperienza e professionalità specifica per quanto riguarda la tutela dei diritti umani ma soprattutto nel contrastare le discriminazioni verso le persone con disabilità.
L’incarico durerà quattro anni, e potrà essere rinnovato una volta soltanto. Istituito anche l’Ufficio del Garante, con uno staff di due dirigenti e 20 unità di personale. Il Garante potrà contare su un massimo di otto esperti.
Il Garante vigilerà sul rispetto delle norme della Convenzione ONU e delle leggi in materia, al fine di contrastare i fenomeni di discriminazione per quanto riguarda la disabilità, raccogliendo segnalazioni da parte delle persone con disabilità, dalle loro famiglie, dalle associazioni, e promuovendo infine campagne di comunicazione e di sensibilizzazione.
Pareri positivi e negativi
Tante le voci scettiche. Spiega Fortunato Nicoletti di Nessuno È Escluso: «Si perde l’ennesima occasione per cambiare veramente prospettive e visioni sul tema. Se non è sufficiente un intero ministero (peraltro senza portafoglio) con un ministro che siede in Consiglio dei ministri e avrebbe pertanto poteri di indirizzo politico e definizione di obiettivi, per quale astruso motivo dovrebbe esserlo un garante con il proprio costoso carrozzone senza nessun tipo di funzione e potere coercitivo e sanzionatorio?».
Se le famiglie «vengono discriminate non hanno bisogno di un garante che invita a ma di uno Stato che attraverso il proprio Parlamento metta semplicemente in atto le leggi. E per fare ciò non c’è bisogno di un garante. Ma di uno che semmai: decida, obblighi e sanzioni».
Per Morena Manfreda di Su la testa tutto questo «è un ulteriore presa in giro in quanto già ci sono figure che hanno un compito simile a livello regionale, o ancor meglio, in alcuni comuni sono stati nominati i Disability manager che lo svolgono gratis. Bisognerebbe avvicinarsi ad associazioni e famiglie che richiedono ascolto e supporto, non serve nominare una garante per mettere una toppa a ciò che non viene fatto da decenni».
Per il numero uno della Fish, Vincenzo Falabella, «c’è la necessità di accelerare sui Decreti che costituiscono il cuore della Legge 227 del 2021. Ci riferiamo alla definizione della condizione di disabilità, alla revisione, riordino e semplificazione della normativa riguardante l’accertamento della stessa, in vista dell’imprescindibile realizzazione del progetto di vita delle persone con disabilità».
Carlo Giacobini, uno dei massimi esperti delle questioni giuridiche della disabilità, dice di non essere «affatto pessimista rispetto all’istituzione del Garante, potrebbe funzionare ma dipende molto dalla qualità delle persone a cui è affidato l’incarico».