Accessibilità digitale

Accessibilità digitale: 20 anni di Legge Stanca

Secondo l’art. 3 della nostra Costituzione, tutti i cittadini italiani «hanno pari dignità sociale», senza «distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Sulla base di questo principio, il Parlamento italiano il 9 gennaio 2004 ha approvato la legge Stanca, che obbliga la pubblica amministrazione a rendere accessibili i servizi digitali a tutti, anche alle persone con disabilità.

La legge deve il suo nome all’allora ministro per l’Innovazione e le tecnologie, Lucio Stanca. Quest’anno la Fondazione pensiero solido ha organizzato un evento in occasione del ventesimo anniversario dall’approvazione della legge.

All’evento, oltre a Stanca, erano presenti Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione, Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, Giusy Versace, senatrice e coordinatrice dell’Intergruppo parlamentare disabilità e impiegati della PA e del privato che lavorano nell’ambito dell’accessibilità.

Si è parlato molto del lavoro che c’è ancora da svolgere in ambito di accessibilità, affinché si possa creare un ecosistema digitale inclusivo al 100%; sembra che l’ostacolo principale alla realizzazione di tutto il progetto sia la poca conoscenza in materia.

Secondo il presidente di Accessibility Days Sauro Cesaretti, è necessario «formare cittadini consapevoli dell’esistenza e dell’importanza dell’accessibilità». Nonostante le varie criticità riscontrate, non mancano le tecnologie e gli strumenti per perseguire la piena accessibilità, come, per esempio, l’intelligenza artificiale.

La Legge Stanca è stata modificata più volte nel corso degli anni, l’ultima nel maggio del 2022, con l’European accessibility act, decreto comunitario che obbliga le imprese private con fatturato superiore ai 500 milioni a soddisfare determinati requisiti in tema di accessibilità.

Entro il 28 giugno 2025, piccole e medie imprese dovranno adeguarsi alle stesse direttive. Per Stanca si dovrà «fare uno sforzo sistemico per portare il livello del pubblico e del privato all’eccellenza anche nel campo dell’accessibilità al digitale, superando le barriere ancora esistenti».

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