Aumenti pensioni d’invalidità: appelli per ISEE adeguato

Associazioni si appellano al Ministero del Lavoro per adeguare l’ISEE e fermare il paradosso

È in questo periodo che la maggior parte dei nuclei famigliari si appresta a richiedere l’ISEE. Difatti, tale Indicatore è necessario per usufruire di una serie di agevolazioni sociali, come ad esempio per l’Assegno unico e universale per i figli. Tuttavia, diverse famiglie con disabili a carico si accorgono che bisogna inserire anche gli aumenti delle pensioni di invalidità civile tra i redditi che si vanno a conteggiare per l’ISEE.

ISEE insolitamente alto a causa del conteggio degli aumenti delle pensioni d’invalidità civile

Innanzitutto, ricordiamo che gli importi delle pensioni di invalidità nascono a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 152 del 2020. Questa stabiliva che si dovesse aumentare a un livello di minimo vitale le pensioni degli invalidi civili totali. Così, si procedeva al cosiddetto “incremento al milione”.

Oggi, grazie ad interventi successivi la persona che percepisce la pensione di invalidità (291 euro/mese) e non ha ulteriori introiti può raggiungere un massimo di 368,58 euro. Tale cifra aggiuntiva va diminuendo al crescere dei redditi, fino a un massimo di 8.583,51 euro. Dunque, questo coincide col reddito massimo, che azzera qualsiasi aumento.

Ora, torniamo alla questione attuale: le famiglie con disabili a carico si accorgono che l’ISEE è insolitamente alto. Quindi, si accorgono che la motivazione riguarda il conteggio degli incrementi delle pensioni d’invalidità nell’ISEE, sia da Inps che da Agenzia delle Entrate, come un reddito. Di conseguenza, le associazioni CoorDown, Uniamo e FAVO si appellano al Ministro del Lavoro.

La richiesta è quella di chiarire e sanare la situazione “grave causa di disorientamento e disagio di tante persone e famiglie con disabilità”. Tra l’altro, le associazioni ricordano che in passato si lottò per escludere dall’ISEE “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità.”  Si tratta della Legge 89/2016.

Dunque, auspicano che si chiarisca se tale scelta sia autonoma di Inps e Agenzia delle Entrate o se ci sia un avallo politico. Così, si potranno scongiurare inevitabili contenziosi.

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