Disabili e normativa che disciplina le barriere architettoniche: campo di applicazione, superamento
Definite come gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità delle persone, le barriere architettoniche si trovano ovunque. In effetti, il termine è applicabile a tutti gli impedimenti che rendono difficoltosa la vita alle persone con capacità motoria ridotta. Tuttavia, per barriere architettoniche si intende anche la mancanza di segnalazioni e/o accorgimenti delle fonti di pericolo.
Persone diversamente abili, proprietà privata e tutela alla salute anche in condominio.
Essere diversamente abile può essere una realtà difficile da gestire non solo fuori casa. In effetti, spesso passano inosservate ai più, ma le barriere architettoniche -intese nel senso di impedimenti fisici e pericolosi- sono ovunque. E per “ovunque”, si intendono i luoghi pubblici e gli esercizi privati a fini commerciali, proprio come le abitazioni private.
Ed è proprio in materia di abbattimento delle barriere architettoniche nell’edilizia privata che la Costituzione e la giurisprudenza si sono espressi maggiormente. Tuttavia, se in una casa interamente di proprietà le difficoltà di gestione delle barriere sono pressoché inesistenti, diversa è la situazione nei condomini. Infatti, nelle abitazioni con spazi in comune, è necessario passare per l’assembra condominiale, la quale stabilirà l’effettiva fattibilità delle modifiche.
Tuttavia, c’è da riconsiderare la deliberazione dell’assemblea, qualora la stessa sia lesiva del singolo sulle parti comuni. Cioè: nel caso di innovazioni deliberate dall’assemblea per il superamento delle barriere architettoniche, si dovrà necessariamente considerare entrambe le parti. Infine, non può essere costruito un ascensore che impedisca il passaggio ad un condomino disabile, anche se precedentemente approvato dall’assemblea.