Gli azzurri da medaglia e gli altri atleti che meritano particolare attenzione
Ieri 24 agosto sono iniziate le paralimpiadi di Tokyo nell’edizione 2020 rimandata a causa dell’epidemia da Covid-19. Si tratta della 16esima edizione dei Giochi Paralimpici che si preannuncia come una delle più importanti mai tenute. In effetti, è già da record per il numero di atleti partecipanti: 4.400 contro i 4350 di Rio 2016.
Tokyo 2020: gli atleti azzurri paralimpici da seguire:
Innanzitutto, Simone Barlaam: nuotatore milanese, classe 2000, detentore di 10 titoli mondiali e 11 medaglie europee. Dopo i primati mondiali nei 50 e 100 stile libero, nei 50 e 100 dorso e nei 50 delfino nella categoria S9, a Tokyo è a caccia della sua prima medaglia paralimpica. Tuttavia, ad insediare il nuotatore milanese vi sarebbero il veterano Federico Morlacchi -tre bronzi a Londra 2012 e tre argenti ed un oro a Rio 2016- ed il dorsista Francesco Bettella. Rimanendo nel nuoto, attenzione anche alle ragazze: Arjola Trimi, Giulia Ghiretti e Carlotta Gilli.
Spostandoci ad un’altra disciplina, particolare interesse è riservato anche all’altra portabandiera, che insieme al sopracitato Morlacchi innalzerà il tricolore alla cerimonia d’apertura. Stiamo parlando di Bebe Vio, la schermitrice veneziana che rappresenta uno dei volti più conosciuti dello sport paralimpico. In Giappone, lei cercherà di bissare l’oro già conquistato nel fioretto individuale in Brasile.
Passando all’atletica, attenzione al salto in lungo e ai cento metri piani. Infatti, nelle competizioni riguardanti queste discipline, tra gli azzurri notiamo Martina Caironi, già oro a Rio 2016 e Monica Contraffatto, che nella stessa competizione conquistò il bronzo. La speranza è che il mondo dell’atletica paralimpica ci regali lo stesso orgoglio delle competizioni azzurre concluse da poco.
Spedizioni paralimpiche: gli atleti stranieri da seguire
Volgendo lo sguardo leggermente oltre il confine nazionale, ci si accorge che vi sono altri atleti che meritano particolare attenzione. Tra tutti, il riferimento qui è al brasiliano Jefinho, la star non vedente del calcio a 5, chiamato anche ‘Pelè paralimpico’ nel suo paese. Inoltre, il tedesco Markus Rehm -che, nel salto in lungo e velocità, detiene già quattro ori olimpici.
Quando si parla di atleti paralimpici, però, non si può evitare di nominare Jessica Long, la “Michael Phelps paralimpica”, come la chiamano. Lei, di origine russa, abbandonata in un orfanatrofio della Siberia prima di essere accolta da una famiglia negli Usa. Lei, che ha subito l’amputazione di entrambe le gambe a causa di una patologia, è sicuramente una delle atlete più talentuose e che meglio incarnano lo spirito di rivalsa e di uguaglianza proprio alle paralimpiadi.
Chiudiamo la carrellata con la nigeriana Lucy Ejike -per il sollevamento pesi- e Tang Xuemei per la pallavolo in sedia a rotelle. Nello specifico, il percorso paralimpico di quest’ultima merita particolare interesse perché rappresenta i sopravvissuti di un violento terremoto del 2008. Infatti, proprio nel terremoto di Wenchuan, provincia cinese del Sichuan, l’atleta perde il polpaccio, mentre oltre 87.000 persone più sfortunate perdono la vita.