CUDE – la piattaforma unica nazionale. Perché non funziona

È passato un anno da quando in un nostro articolo abbiamo presentato il progetto CUDE (Contrassegno Unificato Disabili Europeo) e le sue problematiche. Ad oggi, le cose non sono cambiate e il motivo principale può essere individuato nella mancanza di adesione dei Comuni italiani.

Cos’è il progetto CUDE

Facciamo un passo indietro: che cos’è il progetto CUDE?

Il progetto CUDE nasce nel 2021 con lo scopo di favorire la mobilità dei cittadini disabili grazie all’istituzione di una banca dati unica nazionale che sollevi la persona con disabilità – titolare del contrassegno auto disabili – dall’incombenza di comunicare l’ingresso nelle aree a traffico limitato o nelle strade e corsie dove vigono divieti e limitazioni nel momento in cui si verifichi uno spostamento in un comune diverso da quello di residenza.

In breve, l’idea è dunque la creazione di un database nazionale dove confluiscano i dati delle targhe dei cittadini titolari del CUDE, accessibile alle amministrazioni per la consultazione e il relativo controllo dei passaggi nelle ZTL, comportando dunque una notevole riduzione dei tempi burocratici.

Ad oggi, il possessore di CUDE che intende transitare in una ZTL di un comune che non aderisce al progetto deve comunicare anticipatamente il transito in modo che la segnalazione arrivi al comando di polizia stradale e vengano dunque evitate le sanzioni amministrative.

Perché il progetto funzioni a livello nazionale c’è bisogno dell’adesione dell’intero “sistema comuni”; tuttavia, al momento, CUDE ha ottenuto l’adesione di soli 26 comuni distribuiti tra Veneto, Lombardia, Toscana, Sardegna, Marche, Puglia, Piemonte, Friuli, Liguria e Lazio.

Il vantaggio che hanno i comuni aderenti è subito tangibile, in quanto possibile riconoscere rapidamente le targhe dei veicoli in transito, abbattendo dunque i tempi burocratici legati a controlli e sanzioni.

Perché allora il progetto non ha adesioni?

Alla luce di questi vantaggi e dell’incomprensibile mancanza di adesione da parte dei comuni, il Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e la Ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, hanno firmato una lettera indirizzata al Presidente dell’ANCI  (Associazione dei Comuni Italiani) chiedendo che l’Associazione possa farsi promotrice del progetto.

Nella lettera leggiamo:

“L’adesione alla piattaforma – spiegano Salvini e Locatelli – produrrà effetti positivi tangibili che riguarderanno anche gli stessi Comuni che vi aderiranno, con una semplificazione della procedura normalmente necessaria per l’accesso alle zone a traffico limitato e quindi anche ai parcheggi riservati all’interno delle ztl. Si tratta di garantire a tutte le persone con disabilità di poter circolare più agevolmente su tutto il territorio e, in particolare, ad ogni Comune di garantire la mobilità controllando le targhe attraverso le telecamere e lo scambio di dati. L’adesione alla piattaforma da parte di tutti i Comuni è fondamentale e non può attendere oltre. Insieme ad Anci incentiveremo, dunque, l’adesione dei Comuni e il diritto dei cittadini più fragili di poter circolare liberamente e usufruendo dello stesso diritto in maniera omogenea su tutto il territorio”.

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